Prima ancora di parlare delle finali, partite ieri, facciamo innanzitutto un passo indietro, e ritorniamo alla semifinale. In particolare, a quella, drammatica, tra Romania e Russia decisa, a parità di IMP, dallo scontro diretto nella fase di qualificazione.

Lo faccio per due motivi: perché la genesi di quel risultato è stata bizzarra, almeno nella battute finali, e perché ieri, nel Transnational, la medesima regola è stata applicata altre due volte! In entrambi i casi è stata la squadra Yeh Brothers ad essere protagonista, una volta – la prima, ovviamente – in positivo, ed una in negativo. Insomma, chi di spareggio ferisce, di spareggio perisce! Rimarchevole, poi, come i due pareggi si sono verificati: nel primo caso, si è dovuta attendere una decisione arbitrale, la quale, sfavorevole a Yeh Brither, ha avuto proprio l’effetto di far finire in pareggio il secondo tempo, e dato che pari era anche finito il primo, questo è bastato perché vincessero comunque. Pari in tutti e due i tempi anche il secondo incontro: quattro pareggi consecutivi credo rappresenti un record.

In merito, invece, alla povera Romania, la mano decisiva è stata assai bizzarra: in entrambe le sale si giocava il contratto di quattro picche, e tutte e due i Sud hanno attaccato a cuori. I russi hanno incassato due prese nel colore, e poi il re d’atout fuori impasse. Ionita, invece, incapace di leggere il conto dall’attacco di otto della compagna, ha preso con l’asso al primo giro da AK3, e poi, vedendo il dieci al morto, ha proseguito con il tre, ipotizzando Q97 in mano al dichiarante. Ahimè, c’erano solo dama e sette, e così è riuscito a regalare una presa rara a vedersi, e con quella un posto in finale, dato che l’ultima mano era ancora più piatta della precedente.

Ma veniamo alle finali, dove l’equilibrio ha regnato ovunque sovrano, tanto da lasciar prevedere arrivi in volata in tutte e cinque le serie. Nell’Open, l’Olanda è partita bene, vincendo le prime due frazioni e portandosi a +23, ma la Polonia ha replicato con +22 nel terzo parziale, ed ora si è quasi in parità: orange ancora avanti, ma solo 91-90. Appena di poco più ampio il distacco della Svezia sulle padrone di casa cinesi, con le nordiche a prevalere per 111-102. Vince poi di 11 IMP (85-74) la Russia su USA 1 nel misto, mentre la Danimarca ha il vantaggio più consistente di tutti sull’Inghilterra: 18 IMP (98-76). Come si può notare, i punteggi sono stati universalmente bassi, e questo un po’ per il bel gioco, e molto perché, ad eccezione della prime serie di mani, si è visto molto piattume.

Nelle lotte per il bronzo altrettanto equilibrio, ma con una eccezione: la Romania ha staccato 132-76 l’Inghilterra nel settore misto. +4 (102-98) è invece il vantaggio dell’India senior sugli olandesi; +5 quello delle signore olandesi sulle inglesi (107-102), e curiosamente, a completare la serie incrementale di un punto alla volta, vince 98-92, e quindi di 6 IMP, la Norvegia su USA 1 nella Bermuda Bowl.

Vediamo ora il Transnational, alla fase finale del quale erano approdate quindici squadre interamente cinesi su trentadue, più altre cinque con cinesi all’interno. E cinesi sono entrambe le finaliste, San Chen Fund e Shanghaiilvcheng.

Altre quarantotto mani (trentadue per il bronzo), e poi sentiremo suonare gli inni. Inni difficili da reperite tutti: su otto finaliste, non c’è nemmeno un doppione!

再见