Due spettacoli cinesi molto belli, ed una lunga teoria di discorsi, hanno accompagnato la squisita cena servita in occasione della cerimonia inaugurale. Piatti cinesi sofisticati e buonissimi, alcuni dei quali a me sconosciuti a dispetto delle mie ventotto visite nel paese, ed il mio amore per la cucina locale. Mi avevano detto che Wu Han è nota per la gastronomia d’eccellenza, ed è stato molto piacevole constatare la veridicità della previsione.
Ma veniamo al bridge giocato, o almeno a quello da giocarsi, visto che l’ora fatidica di inizio scocca alle undici di mattina, ora locale, e quindi alle cinque del mattino italiane.

Il primo incontro offre già spettacolo, dato che si troveranno di fronte i nostri portacolori e USA2, la quale è la squadra detentrice del titolo (e non solo di nome: tre dei sei componenti sono gli stessi di Lyon 2019, ovvero Fleisher, Martel e Moss, mentre Lall ha rimpiazzato Joe Grue nella coppia con Moss, e Hampson-Greco hanno preso il posto di Pczola-Rosenberg). Una buona occasione per dare una prima occhiata agli azzurri, i quali avranno, in generale, una giornata abbastanza dura, dato che dovranno poi vedersela con Russia e Australia , due squadre di buona caratura entrambe.
I vecchietti avranno invece di fronte, nell’ordine, Cina, Norvegia e Giappone, delle quali solo l’ultima è avversaria di alto rango, ma le prime due non sono poi delle derelitte.

Nel misto siamo attesi da Nuova Zelanda, Lettonia e Pakistan, ovvero un inizio abbastanza morbido, un dopo pranzo molto duro (i lettoni hanno vinto l’argento a Lisbona), ed un morbido cuscino per riposare prima di cena.

明天见 (a domani)