La tempesta – o quasi – che si è abbattuta ieri su Wu Han, e della quale era possibile cogliere i segni già martedì (come vi avevo documentato), ha avuto l’effetto di produrre un evento assai raro in Cina: questa mattina si vedeva il sole, e persino qualche spicchio di cielo azzurro. Come infatti (tristemente) ben noto, da queste parti l’inquinamento atmosferico è tale, per cui nelle mie ventotto visite alzare gli occhi ha costantemente significato trovarsi di fronte una cappa grigia, indipendentemente dalla temperatura. Situazioni atmosferiche come quella di oggi, invece, non mi è capitato di viverle non più di tre o quattro volte, e sempre in seguito a violentissime precipitazioni, e venti robusti.

Purtroppo per noi, una tempesta si è abbattuta anche sui nostri colori, all’interno dell’altrimenti confortevole sede di gara, o almeno una pioggia assai fastidiosa, visto che la giornata è stata da negativa a pessima in tutte e tre i settori che ci vedono impegnati.

Cominciamo dall’Open, che la nostra nazionale ha sì concluso i tre incontri odierni ben sopra media, ma oltre a perdere con USA 1 di misura (18-22), e battere nettamente il non irresistibile Cile (48-14), ha anche superato di poco (29-21), e solo sul filo di lana dopo essere stata in vantaggio per tutto l’incontro, la derelitta Guadalupe,  che viaggiava sotto la media di 3 VP a incontro. Cruciale un grande slam mancato dai nostri (una costante, pare), insieme a sole altre quattro coppie nella competizione, ma anche una serie di decisioni mediocri, che ci hanno portato ad impattare mani che ci avrebbero dovuto invece veder incassare punti. Niente di grave, ancora, ma certo che riavere Agus in campo permetterebbe agli altri di respirare un po’. Oggi siamo attesi da una giornata sopra media, in quanto a difficoltà, dato che ci toccheranno l’Inghilterra, quarta, e poi India e Hong Kong, le quali, pur non essendo tra le migliori, nemmeno si possono considerare degli scendiletto.

Per il resto, non si sono visto ieri particolari sommovimenti tellurici: le prime della classe hanno tutte continuato a marciare all’incirca alla stessa velocità, così che posizioni, e distanze, sono rimaste all’incirca invariate, con l’effetto che USA è sì risalita un pochino in termini di classifica – è ora dodicesima – ma il suo distacco dall’ottava è sempre significativo, pari com’è a 23 VP, e siamo oramai oltre la metà gara. Ecco il totale:


Pessimi, o giù di lì, sono invece stati gli imbiancati, dato che pur avendo piegato la Svezia nel secondo incontro, hanno però perso disastrosamente – in termini numerici e di prestazione – contro l’India nella mattinata (17-68, per un quasi cappotto), e poi significativamente contro USA 2 in serata (14-31). Il totale è ora davvero preoccupante, visto che ci troviamo al diciassettesimo posto, e che l’ottavo lo guardiamo da molto lontano, ben 38 VP più su.

Né ci possiamo aspettare molto dalla giornata odierna, dato che le avversarie che ci attendono non sono troppo malleabili. Si comincia infatti con il Canada, a lungo tra le prime ed ora decimo, poi arriva la Danimarca, addirittura prima della classe, e poi l’Australia, squadra che vanta un gran numero di medaglie negli ultimi anni, e che è però in qualche ambascia al momento (tredicesima). Inutile dirlo: siamo probabilmente all’ultima spiaggia: ora o mai più.

Al di fuori, da notare, e sottolineare, come continuino a marciare a tre cilindri le due squadre a stelle e strisce, ed in particolare la super favorita USA 1. Se infatti la gemella, pur con qualche patema, è sesta, la corazzata si trova invece appena dodicesima, a 20 VP dall’empireo. Altra notizia significativa è la disastrosa prestazione della Polonia, partita male e mai capace di reagire, a dispetto dei molti campionissimi al suo interno (ci sono ben tre ex-campioni del mondo a livello Open!). I baltici sono miseramente diciottesimi, 0,29 VP sotto di noi. Ecco il totale:


Il misto, ora, che ci ha illuso battendo la fortissima Francia per 40-22, prima di sprofondare in classifica causa due sonore sconfitte contro Cina Taipei (38-55) e Svezia (18-35), ovvero certo non due formazioni di primo piano (come ho già avuto modo di dire, gli scandinavi non hanno portato qui nessuno dei quattro campioni d’Europa in carica). Da quello che posso capire, ci sono state un po’ troppe giocate effettuate con sufficienza, ma da qui in poi non ce le potremo più permettere, visto che ci ritroviamo ora tredicesimi, a -17 dall’agognato ottavo posto. La giornata che abbiamo davanti non è certo delle più propizie: prima la Russia, poi USA 1, ed infine la Cina, ovvero tre squadre tutte e tre tra le prime otto. Al meglio, dobbiamo cercare di cavarcela con una prestazione all’incirca in media, per poi riporre le nostre speranze in un bel rush finale.

Niente, o quasi, da annotare altrove: la classifica, sempre condotta dall’Inghilterra, sembra quasi immobile. Eccola:

La stessa cosa si può dire del settore femminile, dove però si segnalano alcuni eventi significativi: sia Giappone, che Norvegia, ieri scivolati un pochino in basso nell’ambito delle prime della classe, hanno ripreso il passo, e definitivamente rientrata è USA 1, ora decima, mentre permane il balbettio della consorella USA 2, quindicesima. Come d’abitudine nella categoria, dove i valori sono nettamente delineati, c’è già un larghissimo solco tra la prima e la seconda parte del ranking, visto che dopo USA 2 a quota 132,88, bisogna scendere di oltre 20 VP prima di trovare la sedicesima, che è Cina Taipei con 112,48. A voi il totale:


Speriamo in un giorno migliore. A domani.