Quando ero studente, in un'altra era geologica ormai, era luogo comune dire che non si doveva mai ascoltare Guccini andando ad un esame, perché il grande cantautore era considerato di cattivo auspicio, in quell'ambito. Non ho mai indagato il perché, ed ho ripetutamente violato il dettato,e così ho fatto ieri accostando una sua canzone alle imprese azzurre.

Beh, non andata direi troppo male: anche se certo non si possono scatenare le trombe della marcia trionfale dell'Aida, almeno si è registrata una giornata positiva su tutti e tre i fronti, che ci lascia sì con molto lavoro da fare, ma che almeno non ci ha depresso come negli ultimi casi.

Per quanto poi riguarda la sfortuna troppo spesso evocata, anche in questo caso, ammesso che fosse vero (personalmente, ho visto colpi fortunati, e colpi sfortunati, e non sono stato a pesarli con precisione), nel caso di una mano di fondamentale importanza con la Francia (Open) la Dea bendata ci ha strizzato l'occhiolino, da sotto quella benda.

Ma facciamo un doveroso inchino, e apriamo galantemente la portiera alle signore: è il momento di andare con ordine, e cominciare, come Giovanni Della Casa impone, dal gentil sesso (anche se il citato autore, in quanto monsignore e vescovo, di signore, signorine e affini non doveva, o almeno non avrebbe dovuto, proprio essere un esperto).
Le azzurre avevano di fronte una giornata cruciale per le loro residue speranze di assicurare almeno un posto tra le prime otto, e sebbene non abbiano attinto quei 55 VP che avevo pronosticato (correttamente, per una volta) l'ammontare necessario per rientrare subito, i quasi 47 raccolti mantengono accesa una fiammella di speranza. Quello che si è notato è finalmente una reazione emotiva: gli sguardi si sono riaccesi da spenti che erano, e le teste sono tornate ad erigersi. Si fossero evitati alcuni - pochi, per dire il vero - errori eclatanti, il bottino sarebbe stato ben più consistente.
Si è cominciato con due squadre di vaglia, Russia e Olanda, uscendone più che bene, ovvero cedendo alle slave di un solo IMP (31-32), e battendo le "Oranje" 31-24. I due bassi punteggi sottolineano da soli la buona qualità del gioco espresso.

A quel punto era necessario capitalizzare la chance di giocare con due squadre abbordabili, come Portogallo - formazione comunque davanti a noi - e soprattutto Finlandia, e sebbene abbiamo incassato una sconfitta di 1 IMP (34-35) e una vittoria per 41-18, tre mani ci sono costate "più dell'orzo di Pianosa" come dicono gli elbani.
Si tratta di tre slam, che vi faccio vedere: le prime due contro le lusitane, e la terza contro le finniche.

Il sei picche chiamato dalle portoghesi, ma non dalle nostre, è di battuta su un attacco che non sia fiori, ovvero sul sorpasso al re di atout in caso contrario. Il caso era contrario, ma come a tutti i tavoli dove si giocava quel contratto - più della metà - l'attacco è stato a quadri. -11.


Con le carte di Nord-Sud le nostre, così come hanno fatto altre cinque coppie ladies, si sono arrampicate a sei picche, contratto non certo buono - richiede le atout senza perdenti e le fiori 3-3 o comunque "manovrabili", per un totale non meglio del 20% o poco più - e puntualmente fallito quando Est ha potuto forzare il re di picche al terzo giro di fiori, e poi pretagliare il morto nel quarto. Un altro -11.


In giro per la sala, la nona di fiori non ha causato troppa eccitazione, al punto che la metà dei tavoli ha giocato manche, e l'altra metà meno uno il piccolo slam. L'eccezione, purtroppo, sono state le azzurre, arrampicatesi fino al grande slam al costo di 14 IMP (piccolo slam nell'altra sala). 
Se vogliamo prenderla con filosofia, possiamo dire che tutte e tre le mani erano in prima: fossero state in zona ci sarebbero costate altri 7 IMP.
Vediamo ora la classifica.
Il risalire a tre VP dalla media ci ha lasciato dove eravamo, ma con una distanza adesso inferiore all'incontro dal paradiso delle otto elette. Il calendario globale non ci è favorevole, come dicevo ieri, e certo è di fuoco il primo incontro che ci attende appena alzati: la Svezia, che conduce con fare da padrona dopo aver imposto un ritmo infernale alla corsa, ed è ora 15 VP davanti alla Polonia, seconda (a sua volta 10 VP davanti alla terza, a confermare i pronostici della vigilia). Più tardi, in un decrescendo assai ripido, ci tocca la Scozia, ed è un bene, perché è ottava e dunque rappresenta uno scontro dal valore doppio. Infine l'Islanda, terz'ultima. Insomma, il programma bellico prevede di resistere fino all'ultimo uomo (beh, diciamo donna) sulla linea dello stretto di Oresund (il braccio di mare che separa la Svezia dalla Danimarca), poi attaccare a fondo le truppe scozzesi, per finire con una carica di cavalleria a sciabole sguainate contro le armate islandesi in fuga. Se poi arrivasse anche Wellington a dare una mano, nella persona di madama Fortuna, potremmo magari respirare aria più fina, domani.

Al di sopra, ho detto di Svezia e Polonia, e poco altro c'è da aggiungere, se non rilevare la risalita netta della Danimarca, la tenuta della Norvegia, e l'infuriare della lotta per le piazze che contano. In acque ribollenti si agitano ora formazioni di grande tradizione, ma arrivate qui rimaneggiate, come Inghilterra, Israele, Francia, Russia e, nella propaggine Sud, l'Olanda (la squadra che ci precede), per non dimenticare la recente nobile, la Turchia.
E ora gli emuli di "Caron dimonio", come lui "bianchi per antico pelo".

I vecchietti sono stati la parte più deludente della giornata, perché godevano di un calendario favorevole, e dunque, per continuare con le citazioni dal Canto Terzo dell'Inferno, ci si aspettava che battessero col remo chiunque si adagiasse. Ahimè, sono stati i nostri a fare più di un pisolino, che se si addice all'età, fa però male alla classifica.
Ad essere onesti, le prime dea avversarie di giornata, Bulgaria e Turchia nell'ordine, ci precedono entrambe, ma non sono certo delle corazzate, e quindi fare bottino si imponeva. Invece, sono arrivate due sconfitte, sebbene di misura: in entrambi i casi abbiamo perso di 3 IMP, incassando un doppio 9.09. Infine, 14.18 contro la Spagna, penultima ora ed allora.

In quest'ultimo match, due i colpi grossi: uno a sfavore - 10 IMP per una manche a NT chiamata solo ai due tavoli nostri, e battuta dall'attacco degli spagnoli, mentre è stata realizzata con il nostro - e uno a favore: 13 IMP per uno slam chiamato dai soli Buratti-Failla in tutto il campionato Senior. Eccolo:

Come si può vedere, dodici prese sono a prova di bomba, ma bisogna nuotare in acque agitate - immagino gli avversari non se ne siano stati zitti - ed in quell'ambito non è davvero facile scoprire il necessario.
Insomma, la posizione di zona ci è stata favorevole: abbiamo pagato al cambio più basso, e riscosso con quello più favorevole.

Vediamo la classifica, prima di procedere oltre.



Oggi ci aspettano, nell'ordine, Portogallo, Inghilterra e Islanda, e con sei incontri ancora da giocare sbagliare ulteriormente è vietato. La prima e la terza hanno entrambe una classifica sotto media, e vanno debitamente triturate, mentre i britannici sono quarti, e sebbene non siano nemmeno parenti della squadra che fu tanto forte, hanno un lignaggio che gli viene dai geni bridgistici e, soprattutto, dall'attuale classifica. Sono 22 VP sopra di noi, e ci farebbe un gran bene battermi in maniera convincente (mi accontenterei di un 13, 14 VP).

Davanti, la Francia, che ha imposto un ritmo infernale fin dal secondo giorno, ha ora inesorabilmente staccato gli inseguitori, portandosi ben 20 VP davanti alla seconda, quell'Irlanda che pur ha continuato a macinare, ed un enorme 38 VP sulla terza, la Polonia, finalmente giunta là dove sembrava dovesse competergli prima dell'inizio.
Dalla Polonia in poi le squadre si susseguono nello spazio di pochissimi punti, tanto che tra noi, tredicesimi, ed i baltici, ci sono 22 VP, appena di più che tra loro ed i secondi! Dopo l'Italia, invece, c'è un'altro scalino ampio 10 VP, e le squadre che si trovano laggiù difficilmente possono oramai dire la loro in chiave qualificazione. Una prece.
E per finire, Open sia.

I nostri hanno avuto una giornata decisamente buona, almeno sotto il profilo del morale e della reazione ad una situazione difficile, sotto il profilo psicologico. Infatti, da favoriti che erano, hanno avuto numerosi, troppi incidenti di percorso ed erano finiti al di fuori della zona Bermuda Bowl. Ai lati del bye, ovvero il turno di riposo osservato a metà pomeriggio, gli azzurri hanno infatti prevalso prima sulla Francia per 27-20 ed infine sulla Danimarca per 38-19. Contro i transalpini è stata decisiva l'ultima mano, non certo sfortunata. Eccola:

Lorenzini e Rombaut si sono giustamente arrampicati fino a cinque fiori, contratto che non chiede che le fiori 2-1 (78%), ma la divisione 3-0 ha condannato i francesi, e premiato Donati-Duboin fermatisi a quattro, così consegnandoci 6 IMP invece che perderne 10. Considerato che i VP conseguenti valevano, e valgono doppio visto che i blues sono nostri immediati inseguitori, il colpo è stato assai propizio.

Contro la Danimarca determinanti sono state, a nostro favore, due mani pesanti - tutte e due in zona, si badi bene - dove gli avversari ci hanno contrato, incassando un misero centino in entrambi i casi, mentre noi chiamavamo, e facevamo, una manche e uno slam. Il secondo era di battuta (l'abbiamo già visto nella cronaca rosa), e nell'incontro Finlandia-Estonia ha provocato il punteggio più alto del campionato (2940 ai finnici per sette picche surcontrate), ma la prima ci è stata banalmente regalata.

Contro due mani in prima, fotocopia l'una dell'altra, due manche non chiamate dai nostri, ed attinte nell'altra sala. Nessun addebito a Donati-Duboin, tuttavia, protagonisti negativi in entrambi i casi come però erano stati quelli positivi negli altri due: le due manche erano al limite, ed una si batteva anzi sull'attacco, a trovarlo. Infatti, sono state raggiunte molto di rado in giro per la sala.

Mi rimane da dirvi che oggi ci attendono Olanda, Scozia ed Estonia nell'ordine, e poi da farvi vedere la classifica. Eccola:

Come si può vedere, gli impegni odierni sono assai variabili, in termini di qualità: tra i primi della classe gli olandesi, a lungo al comando - lo erano ancora ieri, prima di incappare in una giornata negativa - decisamente sotto media gli estoni, e penultimi gli scozzesi. Dovessimo battere gli Orange, avremmo poi un bel viatico per raggiungere posizioni di assoluto pregio in vista della volatona finale.

Davanti, è tornata sulla vetta Israele, dopo un periodo di appannamento, seguita da Russia e Norvegia. Queste prime tre hanno scavato un minimo solco, ma poi la classifica si compatta, tanto che per i posti che valgono il pass per la Bermuda Bowl, si può scendere fino alla Germania, quattordicesima, per trovare ancora legittimi aspiranti.