"Un altro giorno è andato, e la sua musica è finita", canta Guccini nell'omonimo brano da "L'isola non trovata", e meno male, c'è da aggiungere questa volta, almeno con riferimento al bridge. In tre incontri, i Seniores hanno incassato 20.06 VP, 19.81 le signore e 30.78 la squadra Open, unica sopra media.

Non è ancora una marcia funebre, si badi bene, come vedremo più in dettaglio, ma se le chance di  qualificazione, e persino di medaglie dell'Open non sono certo del tutto compromesse, e in situazione simile sono anche i canuti, per la squadra femminile siamo quasi al de profundis, le nostre rappresentanti essendo ora lontane oltre un incontro pieno dall'ottavo posto, ed un enorme cinquantina di VP dal podio.

Ma procediamo con andatura più compassata, e naturalmente lasciamo il passo alla parte rosa del cielo, cominciando dalla classifica.


Eccole, le nostre, meste titolari della leadership del secondo gruppo dei due nei quali la classifica è spaccata, lontane ben 12 .34 VP dalla squadra che le precede. Un abisso, al quale bisogna aggiungere altri 10 VP, quasi, prima di arrivare all'ottavo gradino del podio, al momento occupato dall'Estonia. Al di là dei numeri, la situazione è gravissima soprattutto guardando al calendario, perché dobbiamo ancora affrontare, nei dieci incontri che mancano a finire, tre sole squadre dietro a noi (Irlanda, Finlandia e Islanda, curiosamente tutte e tre "terre di un popolo": irish, fins e icelandic), e sette che ci precedono, a tra queste tre delle prime quattro (Svezia, Polonia e Francia). Volendo essere ottimisti, si può leggere un vantaggio nella circostanza: gli scontri diretti valgono doppio, quando li si vince. Tuttavia, anche ammettendo che si riescano a sfoderare artigli tali da battere le più forti, difficilmente si riuscirà a marciare alla velocità necessaria per risalire più di tanto, e se la qualificazione è ancora possibile, almeno rimboccandosi le maniche da subito, per qualcosa di più è realisticamente finita.

Il linguaggio del corpo delle nostre non è dei più incoraggianti, e ne hanno motivo: fino ad ora hanno giocato tutte male, balbettando in ogni settore del gioco. Troppi, in particolare, gli errori nel movimento delle carte sia in attacco che in difesa, settore che nel bridge femminile fa da sempre la differenza, e dove noi, andati i tempi di Bianchi, Valenti, le sorelle Capodanno e d'Andrea (la seconda delle quali, Marisa, ci ha lasciati da poco) e così via, abbiamo palesato limiti anche negli anni migliori.

Ho già avuto modo di scriverlo: bisogna sì studiare sistemi ed affinare gli accordi in competizione, ma è di importanza primaria saper fare prese dai due lati del tavolo, e l'insegnamento di questa abilità è da tempo scomparso a favore dei relais.

Nei dettagli, la giornata ci ha prima regalato una sconfitta di misura contro Israele (21-22), e ci sta. Poi un'altra battuta d'arresto, di poco (35-38) contro l'Estonia, e anche questa si può accettare. Ma non è ammissibile si sia perso rovinosamente dalla Grecia, che dopo averci rifilato un quasi cappotto (11-59) è ancora oltre 20 VP dietro a noi. Evidentemente, le modeste sconfitte precedenti hanno un avuto un effetto deleterio sul morale, e questo ha innescato il processo auto distruttivo che si è visto nell'ultimo match.

Oggi ci aspettano quattro incontri: Russia, Olanda, Portogallo e Finlandia nell'ordine. Dure le prime, e morbide le seconde, e non possiamo fare meno di 55 VP per cominciare a risalire la china.
Là in alto, dove l'aria è rarefatta, le tre battistrada Svezia, Polonia e Norvegia hanno continuato la loro marcia imperiosa, con un rallentamento però delle norvegesi, battute dalle svedesi nel primo turno di giornata, e poi contenute anche dalla Germania nell'ultimo. Domani, grande incontro nel secondo turno, con la Polonia a fronteggiare una Francia in grande spolvero dopo una partenza davvero mediocre.

Dopo questo lungo, lamentoso esordio con le signore, è ora di interessarsi degli anziani, i quali avevano una giornata davvero terribile da affrontare, e ne sono usciti malino, anche se hanno contenuto abbastanza i danni. Per ora, a quanto mi è dato di vedere dai risultati e dalle discussioni che seguono gli incontri, una coppia tira la barca, ovvero quei Mina e Pulga già determinanti a Lione, e qui a Ostenda già medaglia di bronzo a coppie, mentre le altre due non hanno ancora trovato il ritmo giusto.

La cronaca pura e semplice ci racconta due sconfitte - larga quella con la Svezia, e contenuta quella con i cugini d'oltralpe (3.58 nel primo caso, e 6.48 nel secondo) - e un pareggio con la Norvegia, ma l'andamento vale la pena di essere visto. Infatti, contro gli svedesi abbiamo condotto fino alla mano nove, delle sedici che si giocano, ma poi abbiamo solo subito, ivi includendo due pesanti rovesci, almeno uno dei quali davvero inopinato.

Ecco a voi:

Mentre i nostri si sono accontentati di cinque quadri, gli svedesi in Est-Ovest si sono arrampicati a sei. Attacco sbagliato? No! Comella ha attaccato con il tre di fiori, ma Sabatini, preso con la dama, ha letto l'attacco come la terza da quattro carte ed è tornato a cuori. Undici nella colonna brutta, invece che dieci in quella bella il totale.

L'altra mano pesante ci è costata cara anche nell'incontro Open, per cui vi regalo anche quella:


Non è facilissimo, ma nemmeno impossibile chiamare l'ottimo slam a cuori da Sud - si fa con le quadri 3-2 oppure indovinando la posizione delle picche, quando questo sia possibile - ma non ci sono riusciti né Comella-Sabatini, né la coppia di argentini, mentre ci sono arrivati i nostri avversari di turno, svedesi e lituani. Sbucciato invece da tutte e due le coppie impegnate nel nostro incontro signore: sia le nostre, che le israeliane.

Per i nostri ingrigiti rappresentanti si offre oggi un menù opposto, all'incirca, di quello di ieri: al posto di indigeste squadre di altissima classifica, potremo delibare Bulgaria, Turchia e Spagna, con solo i turchi appena sopra di noi, e le altre due ben dietro (addirittura penultima la formazione iberica).

Vediamo la classifica, prima di continuare.

La Francia ha continuato la sua corsa regolare e solitaria, ma l'Irlanda, forte di Fitzgibbon e Mesbur in grande spolvero, ha tenuto botta, rimanendo a soli 4 VP dalla vetta. Dietro a loro rimangono le squadre di ieri, con la Polonia ancora un pochino attardata dalle medaglie, ma almeno ora in posizione buona per la volata finale.

Ed eccoci alla squadra Open, unica compagine sopra media, come già premesso, ma non certo autrice di una grande prestazione di giornata.

Gli azzurri hanno cominciato davvero male perdendo abbastanza nettamente dalla Lituania, squadra sì di modesta classifica - si trova adesso 11 VP sotto media - ma che a ben guardare schiera un'ottima coppia polacca agli ordini dello sponsor Vainikonis, e che è quindi pericolosa quando, come nel caso, ai due capitano le carte giuste. Niente scuse, per carità: i nostri potevano fare di meglio, con quelle medesime carte, ma l'elemento andava portato all'attenzione, prima che qualcuno pensasse ad una Caporetto contro dei pollastri.

Nel secondo turno ci è toccata la Croazia, la quale, in tutti i suoi elementi, si è impegnata in clamorosi regali da ufficio inchieste, fino a permetterci un quasi cappotto (19.77-0.23). Infine, Monaco, incontro cruciale con i risorti tradizionali avversari degli ultimi anni, i quali, per motivi ignoti, erano tornati a schierare Pierre Zimmerman nella giornata, e così hanno fatto anche proprio contro di noi.

L'incontro si può così riassumere: i nostri non hanno segnato nessuno swing in doppia cifra, e gli avversari due, e questi due potevano essere pareggiati. Nel primo caso, Helgemo ha portato a casa 3NT mentre Sementa è andato sotto. Al di là del fatto che si è avuto un intervento del VAR (Sementa ha inavvertitamente sfilato l'asso di quadri al posto del fante, e per dirimere la disputa che ne è seguita gli arbitri sono andati a vedere la registrazione degli eventi, la quale ha confermato come avessero ragione gli avversari), quell'errore valeva solo una presa in meno supplementare, perché il contratto si dovrebbe ancora battere, ma così non è stato, grazie ad una grande giocata del dichiarante norvegese, capace di diffondere una nebbia fitta al tavolo. Vediamo:

Dopo la classica licita verticale 1NT-2Q-2C-3NT, Donati ha attaccato con il dieci di quadri, ed Helgemo, vinto in mano, ha proseguito con una cuori per l'asso, e una picche per la dama di mano! Giovanni ha proseguito a cuori, ed Helgemo, vinto, ha incassato le sue quadri vincenti, sulle quali Giorgio ha fatalmente abbandonato due fiori, e con quattro di quelle Monaco ha scritto 13 IMP (meno due dall'altro lato).

La seconda è questa:

Sia Bocchi che Helness hanno giocato cinque fiori con le carte di Nord, e tutti e due hanno preso l'attacco di asso di picche ed il ritorno di re di quadri, filato, e poi la continuazione nel colore. In licita, Est aveva aperto, Sud contrato, ed Est in un caso era passato (Multon), nell'altro aveva appoggiato a due picche (Donati). Forti di queste informazioni, il norvegese ha tagliato il terzo giro di cuori, portando a casa le sue undici prese, mentre Norberto ha scartato la perdente di quadri, contestualmente perdendo 12 IMP.

Il totale ha fatto 25-43, ovvero 5.4-15.6, e questo ci ha relegato addirittura fuori dal lotto delle qualificate per la Bermuda Bowl. Questo il quadro generale:

Poche novità in testa: si continua a marciare a ritmi blandi, ma tutto sommato regolari, anche se tutte le migliori non mancano di subire battute d'arresto inattese. L'elemento più rilevante è forse la risalita della Francia, ora undicesima, subito dietro a noi in classifica, ma staccata di 11 VP. La giornata offre a noi il riposo nel dopo pranzo, ma ai lati del bye ci aspettano due impegni duri: la Francia al mattino, e la Danimarca in serata, entrambi ovviamente trasmessi su BBO.

Prima di salutarci, riporto una bella mano giocata da Agustin Madala contro la Polonia, raccontata da Brian Senior sul bollettino di oggi. Vi lasci con le parole del collega inglese: